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CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



lunedì 24 gennaio 2011

La memoria rende liberi

Il 27 gennaio 1945 il campo di Auschwitz viene liberato.
Per una settimana questo blog resterà in silenzio.
A parlare sarà la memoria dei sopravvissuti.
Ogni giorno un racconto, ogni giorno una voce,
per non dimenticare.


"Non vi è cosa più intatta di un cuore spezzato"
ha detto una volta un grande rabbino. E non vi è popolo più eletto di uno sempre colpito. Anche se non credessi che un tempo Dio ci abbia destinati a diventare popolo eletto, crederei che ci abbiano resi eletti le nostre sciagure."

ZVI KOLITZ
Yossl Rakover si rivolge a Dio

[...] di questo fantomatico numero molti avevano avuto modo di convincersi coi propri occhi: veniva scritto sul polso - girava voce - con dell'inchiostro verde e poi veniva impresso in modo indelebile, veniva tatuato con la punta di un ago particolare, così dicevano. Più o meno nello stesso tempo mi è giunto all'orecchio il racconto dei volontari che erano andati a prendere la minestra. Anche loro avevano visto i numeri, in cucina, e anche in quel caso si trattava di detenuti di vecchia data, ed erano numeri impressi nella pelle. Ma sulle labbra di tutti correva la risposta data da un detenuto, quando uno dei nostri gli aveva domandato che cosa fosse quel numero, e tutti ne analizzavano il significato e la ripetevano continuamente. " Die Himmlische Telefonnummer", ovvero "il numero di telefono del cielo".

IMRE KERTESZ
Essere senza destino

Come se non bastassero tutte le altre disgrazie ce n'è una nuova: la fame non mi lascia dormire. Mi sveglio nel cuore della notte e mi compaiono davanti i cibi più buoni: carne arrosto con contorno di patate, khale con il latte, cetrioli freschi, miele. Ne sento perfino il profumo. E ho una tale voglia di mangiare, da piangere. Mi sforzo di pensare a qualcos'altro ma non mi riesce: davanti agli occhi ho sempre manicaretti dal profumo terribilmne appetitoso. Anche se non ne ho affatto bisogno: in realtà voglio solo del pane, ma una pagnotta intera, da poterne staccare quanti pezzi voglio, senza dover pensare che devo lasciarne un po' per domani.
Sarà mai così?

MASHA ROLNIKAITE
Devo raccontare

La morte per gas durava da dieci a quindici minuti. Il momento più terribile era l'apertura della camera a gas, quella visione intollerabile: le persone, schiacciate come basalto, blocchi compatti di pietra. Come crollavano fuori dalle camere a gas!
L'ho visto parecchie volte. Ed era la cosa più penosa di tutte.
A questa non ci si abituava mai. Era impossibile.
Vomito, sangue. Dalle orecchie, dal naso... Anche sangue mestruale forse, no, non forse, certamente. C'era di tutto in quella lotta per la vita...

CLAUDE LANZMANN
Shoah

Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada dell'ossequio e del consenso, che è senza ritorno.

PRIMO LEVI
La ricerca delle radici

lunedì 17 gennaio 2011

EROS/IONE



Ai salsi picchi di un estuario ardente
fra i coralli riarsi
infiori,
ranuncolo salino.
In questo ventre di medusa
una ferita rampicante dilati.
Il taglio di stella ustionante fra le mie insenature.


Foto by Becca Mann

lunedì 10 gennaio 2011

A / proposito


Da gennaio mi metto a dieta. Da gennaio vado in palestra.
Da gennaio comincio il corso di arabo avanzato e parto alla ricerca del sacro vaso da portare in salvo. Così ragionerebbe una mente assennata, efficiente e lungimirante all’inizio di un nuovo, lunghissimo anno. All’inizio di un faticoso cammino. Dell’ennesimo tracciato in salita (per fortuna). E così farei anch’io. Se non avessi a che fare con una testa calda, scapigliata (in ogni possibile senso che vi viene in mente) e scanzonata come quella che mi ritrovo. Niente di tutto ciò. Punto. Ecco la mia lista.
Ecco i miei buoni propositi per il 2011.
Ecco tutto quello che mi passa per la testa e per il cuore.
Tutto quello che davvero vorrei fare. Guai a chi metterà i bastoni fra le ruote (io proverò a non fregarmi da sola).

- Scrivere una lista dei buoni propositi
- Evitare la voce scrivere una lista dei buoni propositi nella lista dei buoni propositi
- Costruire un aquilone
- Andare a lavoro in bicicletta
- Tuffarmi in mare vestita, con la giacca, le scarpe e i calzini
- Ringraziare il bagnino
- Imparare a dire sì senza pensare, a non annuire sempre,
a fare il pane
- Dare una festa per il mio compleanno
- Un senso alla mia libreria (la sovrapposizione casuale dei volumi in pile pericolanti evidentemente non lo è)
- Fidarmi meno dell’istinto, più di Freud
- Lasciare a casa il cellulare
- Evitare lo spuntino notturno (plurimo e aggravato)
- Accettare l’idea che il mio gatto mi frequenti per interesse
- Seguire un corso di fotografia
- Disertare il lancio del bouquet alle nozze di Agnese
- Aspettare il tempo che manca
- Inventarmi una ninna nanna
- Dormire sotto le stelle
- Tornare a Stoccolma
- Aggiornare più spesso il mio blog
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