welcome to MY BLOG

CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



lunedì 28 febbraio 2011

Un angelo di custode!


Trovarsi sulla porta di casa e accorgersi di non avere le chiavi è un problema. Se poi siete in Svezia, con 17 gradi sotto lo zero, allora è una tragedia. È venerdì sera e dopo aver cenato fuori, io e le mie amiche decidiamo di rincasare. L’Istituto che ci ospita, nel bel mezzo del quartiere diplomatico, è vuoto. Il Direttore è a Parigi e il resto del personale già via per il week-end. Così ci ritroviamo sole, davanti ad un portone chiuso, con i piedi affondati nella neve tentando di escogitare qualcosa. E mentre Laura si dà da fare al telefono, io e Vanessa perlustriamo la zona in cerca di aiuto. Poi all’improvviso, ormai stremate dal freddo, la sagoma di un uomo. Si chiama Diego ed è il custode storico dell’edificio. Ha attraversato per noi la città e finalmente ci fa entrare. Impieghiamo un po’ per riprendere colore, e lui divertito inizia a riderci su: “Questa volta l’avete scampata” dice, ed ha ragione. Noi intanto, per la prossima sapremo già chi chiamare.

mercoledì 16 febbraio 2011

Stock HOME


Ho gli orari del treno.
Della navetta verso l’aeroporto.
Del volo.
Il mio passo all’indietro ha i connotati di un foglio Excel.
Io ci saltello dentro. Per vedere se fa male.
Se quello che c’è stato è ancora. Oppure no.
Se si ricorda di me.
La città vecchia.
La nostra casa con l’albero di noce.
Il tè alla liquirizia, il cardamomo, la cannella.
Non c’è ritorno che non sia un viaggio nuovo.
Così sarà per me.

martedì 8 febbraio 2011

E se fossi felice ?


07:50.
Inforco la bici.
A lavoro.
Sui tetti in oro della mia città gagliarda, galleggia a secco il primo sole del mattino. L’aria sottile e tersa s’avventa a morsi sulle guance. Un taglio infame, di netto sotto gli occhi.
Ai piedi svelti (per certo assiderati) le ballerine dell’estate scorsa. Col fiocco nero, di corda dura, sgrovigliato all’insù.
Sulla lingua ancora acerba, il sale delle fragole di bosco.
Quelle che trovi per caso. Inciampando, che so.
E denso dentro, il desiderio di arrivare al mare. Tutta in discesa.
Veloce. Veloce.
Virando appena, nel caso delle curve. Senza mai frenare.
Una ciambella assaporata in fretta.
Lo zucchero per scherzo sulle labbra.
Cavalletto. Lucchetto. Puntuale.
Per una volta almeno.
Prima di andare di nuovo. Al contrario.
A casa, dopo averla cercata.
Una pedalata dolce.
Una colata di resina.
E nelle cuffie un ritornello cortese.
Di quelli gialli che non fanno più.
Le vent nous portera.
A capofitto.
In un residuo gravido.
Di cobalto.
Blu.

venerdì 4 febbraio 2011

ALBERO MAESTRO


Quasi respirasse più di me. L’aria dentro. L’aria fuori.
Di colpo senza fiato e poi in sospeso. A tremolare nel vento.
A burlarsi di una spina. Un fusto secco a confronto.
Un tronco avaro, senza foglie.
E sarà lì. Domani ancora.
Fino a incastrarmi, lo so.
Perché diventi come lui.
Un nido di ginestre tra i capelli.
La schiena scorticata.
E per cominciamento, la via di casa.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...