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CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



domenica 29 luglio 2012

These vagabond shoes ..

Una delle cose più belle è poter scrivere di New York. In questi giorni me ne vado in giro arsa dal vento, una scintilla di elettricità sotto la pioggia, alla ricerca di un tesoro sepolto che aspetta di essere ricacciato alla luce. Prendo appunti su quaderno rosso, traccio coordinate a matita e preferisco scorciatoie ingannevoli alla metro. Scovato il forziere, tutto l'oro che conserva geloso prende forma di racconto. E scrivo, scrivo tanto, scrivo e sogno per NUOK, un magazine di creativi e urban reporter che se ne vanno a spasso per il mondo a tracciare linee dolci, ma a zig-zag. Tutto quello che vorreste trovare in una guida di viaggio e che non osereste mai chiedere. Fuori dai percorsi battuti, curioso e impertinente. Che fa un passo in più, salta la siepe e vi aspetta al di là a braccia aperte.
Date un'occhiata all' ebook più fresco dell'estate e godetevi le più belle città del mondo. Io l'adoro, voi che ne pensate?

domenica 15 luglio 2012

Con il fuso fuori orario

Per i tifosi in città il fuso orario gioca contro. La diretta degli azzurri si segue dall'ufficio. In streaming, su un sito spagnolo che mi tiene aggiornata sul risultato. Nessun permesso, né uscita anticipata dal lavoro. Così, quando arriva il weekend, per il match con l'Inghilterra del 24 giugno, ci organizziamo. Giulia prenota in un pub sulla 28th. Virginia ci raggiunge al fischio d'inizio: un gruppo di fan accanite con la mano sul cuore a intonare l'inno. Tutte donne, a sostenere l'Italia in una sala piena di inglesi che puntano il dito. La partita si accende e anche il tifo. Quelli del tavolo accanto scommettono una birra che perderemo, Ai rigori ci teniamo per mano. L'Italia passa ed esplode la gioia. A noi italiane la festa, agli inglesi un destino beffardo: restare a bocca asciutta e offrire da bere all'avversario.


Pubblicato su A, luglio 2012

venerdì 6 luglio 2012

Ho espresso un desiderio ..

Qualche tempo fa, devo aver giurato a qualcuno che i 28 li avrei festeggiati a New York. Non so perché e, sì, puntavo in alto, ma la cosa strana è che, per qualche incredibile logica [dovrei forse giocare la schedina ogni tanto], quest’anno sono qui davvero. E le candeline le spengo davanti ad una fetta di torta, con una corona luccicante in testa, grazie a due amiche incontrate lungo la strada. Negli ultimi 4 anni non sono mai stata in Italia per il mio compleanno, eppure mai ho sentito intorno a me tanto affetto. Le persone che per qualche fortunosa coincidenza incrociano i tuoi passi a migliaia di chilometri da casa, sono quelle che ti lasciano prima e che ti amano di più. Così è stato anche stavolta. E non potevo avere di meglio.

Per il resto, ragazzi, è New York! Ho cenato da ISE, un  giapponese meraviglioso sulla 49th strada, ho divorato la mia terza [diciamo terza] cupcake da Magnolia, le più buone frittelle ai mirtilli da Clinton Baking e passato una serata so cool con la mia amica cinese Irene da Spice Market: il tempio del piccante, e dell’atmosfera, cacchio se sensuale, nel cuore del meatpacking.
Ho ricevuto dal mio capo due biglietti per la partita di baseball e sono andata allo stadio. Yankees vs Chicago White Sox. Cappellino, un litro di pepsi e schifezze varie, una di loro. E mentre pensavo a come sarebbero riusciti ad adattare quel campo all’incontro in amichevole fra Milan e Real Madrid previsto per il prossimo agosto [sappiate che le proverò tutte per entrare], sullo schermo andava in onda la morte del romanticismo. La classica proposta di matrimonio, con tanto di giovine prestante “in ginocchio da te”, brillocco e manza ignara, proiettata durante l’intervallo tra gli appalusi del pubblico in delirio, indeciso se ficcarsi in bocca l’ennesima chips o cacciare un urlo di giubilo per i futuri sposi. Tra l’altro saltavo anch’io.
Passo e chiudo dicendo che: il 4 Luglio l’ho passato in bikini, sul tetto del mio palazzo a prendere il sole davanti all’Empire, a sperare che si materializzasse da un momento all’altro una piscina olimpionica, ad aspettare i fuochi d’artificio sull’Hudson, a pensare a mia madre.
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