
Così parto col buio.
Una serie infinita di tornanti innevati, curve a schiera, curve a gomito, curve di zucchero a velo, mi separa dalla città rovente.
Fa capolino una volpe, per caso.
Attraversa affannata alla vista dei fari.
Quattro zampe gelate. Quattro impronte di ghiaccio.
Ogni passo un cristallo stampato.
A quanto pare il silenzio.
Un filare di tronchi sbiancati che infilzano il cielo.
E sui rami le streghe.
A cantare. Stonate.
Il paese di pietra che dorme si raccoglie su a Santa Lucia.
Mille fiaccole incendiano l’aria.
E fiammelle di luce, e scintille a sonagli, e spari. Fuochi siderali.
Vedo le case.
Per un attimo appena.
La montagna.
Per una attimo ancora.
E le mani, le sento tremare.
Tagliate dal freddo.
Da questa eruzione.
Che è il mio pianto improvviso. Un’eccedenza del cuore.
Della vita (che bella che è). Della sera.
Un falò consuma i resti dell’anno che è stato.
Quello che viene principia a luccicare.
È già più che lanterna.
Audace.
In foto: Civitella Alfedèna (AQ), Fiaccolata di fine anno