
Come molti miei coetanei a digiuno dal posto fisso, alle prese con orari flessibili ed impieghi part-time, anch’io quest’anno riciclo le ferie: mi prendo una pausa per lavorare. Protezione spf 50, bikini ed occhiali da sole, la mia divisa non richiede altro. Sette e 11 anni l’età dei miei datori di lavoro per i quali ho preso un volo di sei ore dall’Italia. Non c’è sveglia o orario stabilito. La giornata è scandita da una serie di tuffi in piscina e gelati assaporati all’ombra di una palma.
A pochi passi, l’acquario più grande d’Arabia. Squali, razze e pesci scorpione sfilano ogni giorno minacciosi dall’altra parte del vetro. Mario resta incantato dai delfini. Mary prende accordi con l’istruttore per l’immersione nelle vasche. Io per un po’ faccio fatica a lasciarmi andare. Ad abbandonarmi all’idea che non c’è treno da prendere, nessuna pratica d’ufficio in sospeso. Poi slaccio l’orologio e raggiungo i piccoli in acqua. Prima avrei saputo tutto sul moto delle onde, ora so come cavalcarle.
Pubblicato su A, num. 34, agosto 2011