Saranno state la lontananza da casa (2638 km) e la vita in una città nuova in cui ricostruire da capo ad accendere in me la nostalgia per i tempi andati, sta di fatto che qualche giorno fa, mentre passeggiavo per le vie affollate di Gamla Stan, ho pensato che, in occasione del mio rientro in Italia per le vacanze di fine agosto, avrei potuto organizzare una cena di classe con i vecchi (?) compagni del liceo.
Fissare una data che andasse bene per tutti è stata un’impresa, ma, a parte qualche defezione, alla fine ce l’abbiamo fatta.
Mi presento puntuale all’appuntamento ansiosa di ritrovarli tutti.
Con alcuni il rapporto non è mai venuto meno in questi anni, di altri, invece, avevo perso traccia addirittura dalla calda estate che ci vide alle prese con la maturità. Tra questi ultimi Stefania, stilista in erba, che con entusiasmo mi racconta dei suoi studi in Accademia e dei primi passi nel mondo della moda.
Io l’ascolto rapita, cercando di rintracciare in quella voce, nei lineamenti e nel suo curioso modo di gesticolare l’adolescente che a scuola mi sedeva davanti disegnando tutto il tempo e che, all’occorrenza, passava due righe (incomprensibili) della versione di greco per farci copiare.
A tavola si torna indietro nel tempo.
La gita a Monaco, ad Atene, e quella volta che una papera ti morse? Ti ricordi? Chiediamo alla miss del gruppo che nel frattempo è partita con le imitazioni dei prof.
Ancora una volta, davanti ad una pizza tutti insieme.
E io mi chiedo cosa sia cambiato. Cosa ci abbia diviso e tenuti impegnati per così tanti anni senza riuscire minimamente a turbare quello che eravamo. Anche quando Agnese chiede il silenzio rivelando con emozione delle sue prossime nozze, lo fa con lo stesso sorriso semplice e disincantato che ogni giorno portava in classe.
Per cui tutto mi ritorna familiare, come sempre l’ho visto io da quell’ultimo banco che amavo.
Prima di andare abbiamo ancora un po’ di tempo per ridere davanti a delle vecchie foto e ad un filmino che per l’occasione Miryam deve avere chissà da dove riesumato. Qualche faccia è cambiata, è più tonda o più seria, ma alla fine tutti siamo ancora gli stessi. Con molti sogni in testa, tanta voglia di fare e la promessa di ritrovarci per una pizza insieme la prossima estate.