Fra tutti i modi di produzione dell'amore,
fra tutti gli agenti disseminatori del male sacro, certamente uno dei
più efficaci è questo gran soffio di agitazione che a volte passa su di
noi. Allora l'essere col quale in quel momento ci piace stare, il dado è
tratto, sarà lui che ameremo. Non c'è neanche bisogno che finora ci sia
piaciuto più di altri, e neppure altrettanto; bisogna solo che il
nostro gusto per lui sia diventato esclusivo. E la condizione si è
verificata quando — nel momento in cui è mancato — alla ricerca dei
piaceri che ci dava il suo fascino si è sostituito improvvisamente in
noi un bisogno ansioso, che ha per oggetto quel medesimo essere, un
bisogno assurdo, che le leggi di questo mondo rendono impossibile da
soddisfare e difficile da guarire, il bisogno insensato e doloroso di
possederlo.
Marcel Proust.
Photo by Ralph Morse - Hyde Park, London, 1944
Interessante questo brano.
RispondiEliminaBaci
Mi spinge a una riflessione, ma è una tortura infinita: amiamo l'impossibile? Ciò che ci scappa tra le mani? E perché non cerchiamo invece di acciuffarlo, una volta per tutte?
RispondiEliminaCiao Kylie!