Su un battello verso Mariefred ho dimenticato cosa fosse il tempo.
La distanza da me a dove.
Le ore. Le stelle. La porta. Il riferimento.
Ho preso forma di foglia. Più volte.
Forma di rosa i miei capelli stanchi incatenati al vento.
Mi sono chiesta quante spighe di sole ci fossero fra me e il cielo,
il suo lamento eterno, quell'orizzonte chiaro di rame fuso al centro.
Ho raccolto sulle onde del mare un canto per me.
Strazio azzurro che non ha fine mai.
Che un filamento dolce ricama a sera sul mio braccio.
Annoda il mio respiro alla sua eco.
La barca andava ed io con lei.
Il verde prima. Il verde sempre.
E più avanzava, più io restavo indietro.
Toccavo il fondo della terra nera fino all'incendio che la consuma
e, riemersa...
L'acqua.
Il livido della scogliera.
Per gli occhi passava un corteo di nuvole in posa, di seta.
Per essi la linea tracciata, il proibito dell'infanzia
quando è solo primavera.