Ho costruito con le mie amiche italiane una bandiera svedese di cartone, l’ho sventolata con loro il 6 giugno a Skansen, ho aspettato l’arrivo del Re e della Regina intonando con centinaia di patriottici svedesi l’inno nazionale. Ho camminato per giorni, frantumando i chilometri, alla ricerca del miglior dolce alla cannella della città. Ho divorato il Pytt y Panna del Pelykan. Ero all’Ambasciata Italiana per la Festa della Repubblica su invito dell’Ambasciatore. Ho scoperto negli archivi dimenticati dell’Istituto Italiano di Cultura un’edizione di Vita di un uomo di Ungaretti con dedica ed autografo dell’autore. Ritrovato delle lettere di Moravia e Calvino. Ho le mani spaccate dalla polvere. Preso l’aereo da sola. Riso senza respiro come da troppo non mi accadeva. Allestito una mostra di libri antichi. Ho passato buona parte del tempo a stupirmi di quanto verde ci sia a Stoccolma, quanta natura. Un uccello mi ha cagato sul braccio domenica al parco. Passeggio accanto al mare tutti i giorni. Adoro Gunnar e Diego, il salmone e la torta al formaggio che mi mettono nel piatto. Il letto di Gio Ponti in cui dormo. Ho apprezzato le polpette con la marmellata e non dico mai di no al cioccolato fondente col peperoncino. Sto abituandomi al cambio poco vantaggioso dell’euro, all’allarme che prima o poi farò scattare, al sapore dell’aneto nelle patate, al fresco che di sera arriva dal canale, al cielo ancora chiaro di notte. Non ho disertato il festival culinario e ci sarò per le nozze della Principessa. Non posso più fare a meno della fika. Amo le lampade accese delle case di Ostermalm, il Moderna Museet, la mia bicicletta. In svedese so solo dire grazie e ciao, le uniche parole di cui un uomo avrebbe bisogno per vivere.
Ho paura di allontanarmi da qui, ma probabilmente non avrò il coraggio di rimanere.
RESTA LI'
RispondiEliminaCome fai a pensare di tornare?!? Questa che facciamo qui non è vita, ma libertà vigilata....
Cosa posso dire per convincerti?
Forse questo: immagina di andare via, di tornare alla tua vita precedente, e immagina poi che qualcun altro prenda il posto che tu hai lasciato, e che non lo moli...
Sabrina
Le tue sensazioni mi hanno fatto rivivere lontane emozioni straordinarie. Trova il coraggio di restare, lasciati andare.
RispondiEliminaAlessandra
Dal tuo racconto si capisce che in questo periodo hai vissuto con entusiasmo le nuove esperienze, hai superato ostacoli e ce l'hai fatta, con leggerezza: ti sei già aperta al nuovo, sei già cambiata dentro, il passo ormai è fatto.
RispondiEliminaSia che tu resti o torni indietro avrai una diversa consapevolezza di te.
Anch'io resterei, senza ombra di dubbio. Hai una chance per la tua vita, coglila.
Muriel
Il tuo ritratto in pochi flash mi fa sognare una Svezia che non ho mai visto ma mi immagino proprio così.
RispondiEliminaL'avresti detto prima di partire che saresti stata capace di tutto questo? Avretsi mai pensato di sentirti così libera? Quest'avventura ti ha già reso una persona diversa,vai avanti.
Brava Sara, complimenti per le tue parole. Hai la dote di cullare il lettore ed accompagnarlo fino alla fine del testo facendolo sperare che il punto che sta per raggiungere sia solo un punto a capo! Devi scrivere un romanzo io sarò la prima a comprarlo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la tua eventuale permanenza prova a pensare a cosa ti fa essere felice. Amore, carriera, soddisfazioni, pentimenti sono solo parole ed ognuno è padrone a suo modo di queste. Cerca dietro ciascuna di queste e tante altre dove si nasconde la FELICITA'!
Io riesco solo a considerare questa esperienza una sola parentesi, mai pensato di poter restare un solo mese in più e onestamente sto contando i giorni alla fine. Ma il mio è un attaccamento morboso alla mia terra, non faccio testo. Solo la Sardegna è in grado di farmi provare certe emozioni e me ne rendo conto ogni volta solo quando ho già oltrepassato il mare!
Che dire ora. Vado a fare la doccia. A presto
Che dire...
RispondiEliminaOgni vostra parola ha aperto nel mio cuore (di seppia) una strada assolata e tagliente..
Restatemi accanto lungo il cammino, ho buoni piedi e tanto fiato, ma avrò bisogno di una lanterna.
Sono 2 giorni che penso a cosa scriverti, poi ho pensato "è meglio che stia zitto" da che pulpito verrebbe la predica...!
RispondiElimina...Poi ho letto il post di Valentina:
È esattamente quello che volevo dirti io.
Vado a farmi un caffè...Ciao!
Perchè tornare in Italia?
RispondiEliminaHai opportunità migliori che lassù?
Interessante. Ma oltre all'Italia c'é tutto il mondo se vuoi andare via di qui. Ci hai pensato? L'Italia ti aspetta con i suoi problemi, la sua disoccupazione, il lavoro sottopagato... ma é una lunga storia. Scrivi cose interessanti, sarei curioso di sapere di piú di te devo dire.
RispondiEliminaAncora non sono partita per il mio 'grande viaggio' ma sento già di condividere i tuoi dubbi e le tue paure.
RispondiEliminaPurtroppo l'Italia, (nonostante il clima favoloso, i paesaggi mozzafiato, la gloriosa storia, l'inimitabile cucina etc), non riesce a competere con il mondo al di là del confine.
Lo so, penserete che inconsapevolmente ho elencato una marea di belle qualità dell'italia, ma la realtà è che di quelle cose forse si può fare a meno. La scelta è tra una vita fatta di civiltà, ordine, rispetto, libertà, meriti, soddisfazioni e organizzazione (insomma una vita di qualità) e una vita fatta di bei paesaggi e buona cucina ma anche di disoccupazione, ingiustizie, frustrazioni e chi più ne ha più ne metta. Molti di voi penseranno che in fondo qui non si sta così male e che tutto dipende dalle individuali aspettative di vita ma credo che la nostra generazione non possa sottrarsi a questo dilemma!
Non so cosa si prova a stare lontano da qui per più di 15 giorni e per questo non me la sento di dare consigli. Forse, una volta tornata dal mio grande viaggio, tutte quelle cose che per ora mi sembrano inessenziali assumeranno un valore diverso. Probabilmente (anzi sicuramente) mi mancherà il calore della famiglia, la gente che nonostante le difficoltà non smette mai di sorridere, i vecchi amici e tutte quelle piccole cose che hanno dato senso alla mia vita da 26 anni a questa parte.
Insomma, Sarè, secondo me ognuno di noi percorre una strada con ostacoli e bivi.
Può capitare che ci si perda o che si viaggi al buio ma l'importante è che alla fine si raggiunga l'obiettivo 'felicità'. Se fossi in te farei un bilancio delle cose che ami e delle tue priorità. Ci penserei intensamente, tirerei le somme e a quel punto prenderei una direzione senza più pensare come sarebbe stata la mia vita se avessi scelto una strada diversa. Come dice un proverbio 'Impara dal passato, credi nel futuro e vivi nel presente'.
Spero di non averti confuso ulteriormente le idee e magari di esserti un po' più d'aiuto tra qualche mese!
Un grande abbraccio :*
Non so se hai giá deciso cosa farai ma perché non provare ? che non sia la paura la tua guida ma il tuo cuore e i tuoi sogni...
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