
Insegnava nella mia classe
e dal primo banco gli sorridevo.
Tracciava linee svelte su un foglio immacolato,
strappi di seta tropicale,
un vortice azzurro
in forme d’acqua e carbone,
credevo fosse Dio.
Con le pupille stagne di un mostro marino.
L’ho rivisto qualche giorno fa.
Del tutto vecchio
e perciò solo.
La pelle di un serpente cavato dal paradiso.
Chissà che ne farà delle sue mani. Un giorno.
Quanto vorrei che le lasciasse a me.